Come gli uccelli
Una mi morì pochi giorni dopo; l’altra volle darmi il tempo, invece, di affezionarmi a lei, con tutto l’ardore di un padre che, non avendo più altro, faccia della propria creaturina lo scopo unico della sua vita; volle aver la crudeltà di morirmi, quando aveva già quasi un anno, e s’era fatta tanto bellina, tanto, con quei riccioli d’oro ch’io m’avvolgevo attorno le dita e le baciavo senza saziarmene mai; mi chiamava papà, e io le rispondevo subito: – Figlia -; e lei di nuovo: – Papà…-; così, senza ragione, come si chiamano gli uccelli tra loro.